Vorrei farvi conoscere il "Ponte della Pia"
E' un ponte di origini romane ma ricostruito nel medioevo che sorge lungo la strada statale 73 Senese Aretina poco dopo l'abitato di Rosia nel comune di Sovicille subito prima del Castello di Montarrenti .
Il ponte costituito ad un'unica arcata e la cui struttura attuale risale ai primi anni del XIII, collega le due rive del torrente Rosia ed in passato ha svolto un ruolo importante lungo il percorso della via Massetana che collegava Siena alla Maremma ed in particolare alle Colline Metallifere e Massa Marittima.
La storia è questa: Siena XIII secolo la giovane e bellissima nobildonna Pia, sola a Siena dopo la partenza in guerra di suo marito, viene insidiata da Ghino, il miglior amico di suo marito Nello, a cui è stata affidata la sorveglianza di Pia. Pia fedele e autenticamente innamorata di Nello respinge con sdegno le profferte di Ghino .
Offeso e rifiutato questi si vendica con perfidia e malvagità insinuando il seme del sospetto in Nello. Ghino, infatti, mostra a Nello, tornato a casa, Pia abbracciata ad un uomo nel giardino della sua casa che però è il fratello anch'esso tornato dalla battaglia. A questo punto, diventato lo zimbello di Ghino, Nello accecato dalla gelosia rinchiude Pia in un suo castello in Maremma.
Li' Pia termina i suoi giorni uccisa dal marito o dalla malaria. Dante la incontra nel V Canto del Purgatorio e le fa pronunciare queste parole:
"Deh, quando tu sarai tornato al mondo
e riposato della lunga via"
seguitò il terzo spirito al secondo:
"ricordati di me che son la Pia;
Siena mi fe' disfecimi Maremma
salsi colui che 'nnalellata pria
disposando m'avea con la sua gemma.
Leggenda narra che nelle notti di luna il fantasma di Pia si affacci triste dal ponte.
La cantante Gianna Nannini ha interpretato in modo struggente la vicenda.
Altra tappa da non perdere è la cistercense Abbazia di San Galgano un gioello di arte romanica che ha per pavimento un prato e per soffitto il cielo.
Il suggestivo sito dell'abbazia è servito come location per girare film come Nostalghia di Andrej Tarkovskij(1983), e Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996)
Già dai tempi degli etruschi le Colline Metallifere erano conosciute e sfruttate per i giacimenti minerari; l'attività estrattiva raggiunse il suo picco tra metà del XIX secolo e il secondo dopoguerra andando poi ad esaurirsi. Gli scorci che ha lasciato l'attività estrattiva sono però unici e fortemente suggestivi
Qui la mappa dell'itinerario