venerdì 20 gennaio 2012

Dei cipressi e di quel che vedo



Essendo una storica grande dormigliona, alzarmi dal letto la mattina è sempre una grande fatica. Oltre al caffè, l'altro grande stimolo è guardare fuori dalla porta finestra della mia cucina.


Per me questa è la vista per eccellenza.E' ciò che mi fa iniziare la giornata con un sorriso e che mi piace condividere con i miei ospiti .Le macchie scure e alte che spiccano e sovrastano le vigne sono i miei amati cipressi 
La storia dei cipressi è una storia d'amore. Racconta Ovidio nelle sue" Metamorfosi"Ciparissus era un giovane cacciatore di un' isola delle Cicladi amato da Apollo. Il dio regalò al ragazzo un cervo particolarmente docile e mansueto che divenne un compagno inseparabile per Ciparissus. Un giorno, durante una battuta di caccia nei boschi, il ragazzo lanciò una freccia che, per sbaglio, colpì il suo amato cervo. Resosi conto dell'errore e in preda ad una disperazione senza fine Ciparissus chiese ad Apollo di poter essere triste e a lutto per l'eternità. Apollo allora trasformò il ragazzo in un albero millenario  che chiamò appunto cipresso e che, da allora in poi, fosse di conforto per i defunti.


 Questa bella scultura  intitolata "Ciparisso" è di uno scultore svizzero del 19° secolo, Fancesco Pozzi, e si trova presso  la Galleria d'arte Moderna di  Palazzo Pitti a Firenze

giovedì 19 gennaio 2012


Questo post lo inzio dedicando qualche riga alla mia città natale: Roma.
Quando Roma ha inziato ad essere veramente una città?
Stando ai racconti di miti e leggende raccolti da Tito Livio, quando i romani si accorsero di avere fondato una città ma di non avere nessuna donna con cui riprodursi e dare seguito alle loro genti organizzarono il Ratto delle Sabine :
« ...Romolo su consiglio dei Senatori, inviò ambasciatori alle genti vicine per stipulare trattati di alleanza con questi popoli e favorire l'unione di nuovi matrimoni. [...] All'ambasceria non fu dato ascolto da parte di nessun popolo: da una parte provavano disprezzo, dall'altra temevano per loro stessi e per i loro successori, ché in mezzo a loro potesse crescere un simile potere». Allora i romani organizzano una grande festa invitando le popolazioni vicine,che accorsero in massa, e:" la gioventù romana, a un preciso segnale, si mise a correre all'impazzata per rapire le ragazze. Molte finivano nelle mani del primo in cui si imbattevano: quelle che spiccavano sulle altre per bellezza, destinate ai senatori più insigni, venivano trascinate nelle loro case da plebei cui era stato affidato quel compito." (Tito LivioAb Urbe condita librilib. I, capoverso 9)
Quindi la storia di Roma come città inizia con un'azione violenta, con un'azione violenta verso le donne. La descrive benissimo "Gianbologna" nella mastodontica statua del "Ratto delle Sabine" nella Loggia  dell'Orcagna a Firenze       

  Di rapimenti e ratti di donne è piena la storia, n'è prova che anche qui dove vivo, a Tavarnelle val di Pesa ,negli anni cinquanta c'era addirittura il Palio di San Donato rievocazione storica del rapimento effettuato da una trentina di cavalieri senesi ai danni delle belle giovani di San Donato.
 L'inaugurazione di Palazzo Malaspina appena restaurato è stata l'occasione per esporre le stoffe ricamate, i Palii appunto, che hanno accompagnato negli anni le rievocazioni storiche.
Mi preme fare una nota un po' più seria e drammatica della quale non posso fare a meno visto che, comunque, sto parlando di violenza e di donne. La costruzione del futuro passa sempre per le donne, un futuro migliore sarà quello in cui non saremo (tutti) più indifferenti a questa rappresentazione di noi:









mercoledì 18 gennaio 2012

Di me (Allegoria sacra e Tadzio)

Inizio. Mette sempre un po' di timore iniziare qualcosa, ma anche di eccitazione per il nuovo che incontrerò. In queste pagine vorrei parlare di quello che mi interessa, che seguo. In primo luogo di turismo che è il mio lavoro perché ho delle case vacanza nel Chianti a Tavarnelle Val di Pesa.
E' un lavoro che mi piace e soprattutto, mi piace parlare e ragionare di turismo, turismi e tutto ciò che gira attorno a questi concetti.
Comincio però parlando di un'altro mio grande interesse la storia dell'arte
Voglio aprire queste pagine con la foto di uno dei quadri che amo di più.
 L'allegoria sacra di Giovanni Bellini. Qui un po' di informazioni su di lui.Ci sono molte cose che da sempre mi hanno colpito in quest'opera:

  •  L'ambientazioneè una piazza rinascimentale perfettamente inserita nel paesaggio che la circonda e la include. La balaustra anziché racchiuderla ci invita a proseguire con lo sguardo altrove, verso la descrizione minuziosa  della natura. E' esattamente quello che cerco di offrire ai miei ospiti.



  • San Sebastiano   è un'immagine elegantissima, quasi efebica e dolce ma comunque forte(come tutte le rappresentazioni del Santo) ma la sua forza non è fisica. E'  forza della sua consapevolezza del suo itinere tipico dell'adolescenza. Mi ricorda tantissimo Tadzio di Mann nella trasposizione cinematografica di Visconti
  •   Mi verrebbe da pensare che Visconti si sia ispirato al San Sebastiano di Bellini........