giovedì 10 gennaio 2013


A fairly easy recipe that my guests like very

Recipe Parmesan flan by Susanna
for 8 people
cream 250 gr
6 eggs
parmigiano cheese 250 gr
butter
nutmeg
salt
pepper
breadcrumbs
8 baking molds

You have to grate the Parmesan cheese and place in a bowl with the eggs.
Fitted with electric mixer eggs and parmesan for 2 minutes, add the cream, salt and pepper and a bit of grated nutmeg and blend for 1 minute.
You buttered the molds and put a pinch of bread crumbs on the bottom, fill the molds and place in a oven dish half full of water, bake at 180 degrees for about 20 minutes.
When the flans are browned remove them from the oven and inverted on a plate.
Buon appetito!!!

giovedì 29 novembre 2012

QUESTA CASA NON E' UN ALBERGO. DOVETE CONVINCERVENE





Partecipare a 


è sempre sconvolgente. Non solo per la quantità di stimoli che emergono: penso a “Futurebrand”, a Sarà la musica che gira intorno”, alle motivazioni dei premi del primo “Hospitality Social Awards”ma anche per un effetto stranissimo che fa Bto: fa affiorare le esigenze.
Parlo di quello che per me, operatrice turistica di una piccola struttura extra-alberghiera, è stato l’incontro se non più interessante sicuramente quello più sentito e “partecipato”: Questa casa non è un albergo, coordinato da Fabris (Episteme) e da Landi (SL&A) che avevano come ospiti Andrea La Mesa di AIRBNB, XAVIER ROUSSELEAU di HOMEAWAYS, GIUSEPPE MOZZILLO di WIMDU, MICHELE DIAMANTINI di INETERhome.
Comincio senz’altro dalla appassionata presentazione del fenomeno extra alberghiero proposta da Landi e Fabris.
Era palpabile il loro coinvolgimento nella descrizione di questa nuova tendenza del turismo,però…
Però provo a mettere ordine ai miei però.
1)      Credo che il fenomeno del boom dell’extra alberghiero sia un fenomeno complesso e che sia impossibile da classificare come turismo “alternativo “ o turismo “altro”. Al suo interno ha molte differenziazioni che, se non evidenziate, possono creare confusione. Io sono un po’ stanca di essere identificata come un potenziale evasore fiscale. E’ vero sicuramente: ci sono false strutture che non sono in regola ma come in tutti i settori della produzione economica italiana. Sono convinta che tutti i colleghi che erano presenti oggi a questo incontro sappiano perfettamente quali siano i loro obblighi di cittadini e imprenditori e li rispettino. Quindi per favore basta con l’uguaglianza o peggio con il sospetto di extra-alberghiero = evasore , non ne posso più.
2)      Credo che vada distinta l’esperienza spontanea e più o meno estemporanea di accogliere viaggiatori sul “divano” dall’ attività professionale che io e tanti colleghi svolgiamo. Probabilmente ci sono molti punti di contatto tra questi due tipi di ospitalità:il calore dell’accoglienza, il valore dell’autenticità,  la non standardizzazione della comunicazione, l’inizio del rapporto spesso pluri epistolare che  mi da la possibilità di conoscere un pochino il mio futuro ospite, il calore che naturalmente si instaura come famiglia accogliendo un’altra famiglia, la possibilità di bere un buon bicchiere di Chianti mentre si propongono itinerari che ovviamente non si trovano sulle guide perché sono fatti dal vivere un territorio che si ama, e potrei continuare all’infinito. Però per me tutto questo è anche business e ciò non toglie niente all’elenco che ho fatto prima, anzi forse fa percepire la fatica che si fa nel volere proporre a tutti gli ospiti valori propri che si spera di poter condividere con loro.
3)      I gentilissimi ospiti dell’incontro credo non si rendano nemmeno conto che spesso fungono anche da enti formatori per i loro partner commerciali. Se noi piccoli operatori dell’extra alberghiero vogliamo tenereci aggiornati su dati , statistiche, trend sul turismo siamo costretti a farlo estrapolando con molta fatica dati per lo più, e quando va bene, da un non molto precisato extra alberghiero che al suo interno ha, come sappiamo, differenziazioni molto profonde. L’uso dei i mezzi che ci mettono a disposizione i portali ci portano quasi per induzione ad essere informati su tendenze, “rumori” che ci riguardano . Per fortuna! Quello che chiedo quindi è che ci sia un po’ più di attenzione scientifica verso il nostro settore che ci non ci costringa a tradurre e adattare tesi, ricerche, previsioni tendenze tarate sull’alberghiero perché appunto: QUESTA CASA NON E’ UN ALBERGO.


mercoledì 28 novembre 2012

Elenco dei motivi per cui amo Bto Buy tourism online


Elenco dei motivi per cui amo Buy tourism online

Domani finalmente comincia il più grande appuntamento italiano per chi si occupa di turismo on-line:

Sono piena di attese perché questo evento, dai suoi esordi, mi sembra 4 anni fa, ha cambiato molte cose nel mio lavoro e nel mio rapporto con le tecnologie e anche nella mia vita. Le elenco di seguito.

1) Bto è il mio bagno nella fontana della giovinezza. Narra la leggenda che chiunque trovi la fonte e vi si bagni ringiovanisca. 


Ecco quello che mi succede quando ho a che fare con Bto, mi sembra che svaniscano i confini
generazionali, che il mio non essere nativa digitale non conti niente. Questo perché la quantità e la qualità della informazioni  che assorbo funge da elisir . Mi tras- formo. Mi sento in grado, e quasi quasi lo sono, di maneggiare la Rete al pari di una ragazzina.

2) Bto mi ha insegnato a condividere. Prima di Bto   ritenevo che il problema della Rete fosse quello di trovarsi in balia di tutto il mondo con intrusioni non gradite nella sfera privata.
Ciò  mi faceva provare una sorta di pudica timidezza nell'usare spontaneamente questo mezzo 
In realtà quello era  il mio problema: la mia scarsa conoscenza della  Rete. La conoscenza e la fruizione dei canali social mi ha fatto capire che sono sempre io a decidere cosa e come condividere.

3) Bto ha trasformato quella che doveva essere un'attività turistica residuale in un'attività autentica e professionale. Ho potuto, grazie a Bto, conoscere strumenti  di promozione e commercializzazione della mia attività che mi hanno portato ad ottenere dei risultati insperati.

4) Bto mi ha permesso di conoscere persone meravigliose, di tutte le età,  con una volontà di crescere e migliorarsi che è contagiosa.  
                                                      



giovedì 8 marzo 2012

Il pendolo di Foucault e la cappella di San Michele arcangelo a Semifonte

A pochi chilometri dalla mia casa nel comune di Barberino val d'Elsa circondata da cipressi solitari sorge un luogo incantato la cupola di San Michele arcangelo a Semifonte



Dal poggio silenzioso di Semifonte si gode di un panorama meraviglioso e la cappella di San Michele Arcangelo sembra vigilare sulla quiete circostante. A pochi chilometri da Barberino Val d'elsa, sulla strada che conduce a Certaldo, si nota subito questa strana chiesa in miniatura, un ottagono allungato e circondato da una barriera verde di cipressi. Un luogo ameno protetto dal paesaggio toscano che conserva una storia antica fatta di ferocia e rivalità.
Durante l'alto medioevo, su queste colline immerse nel Chianti e oggi costellate di vigneti, era sorta un'importante cittadina fortificata di nome Semifonte. Un luogo strategico, collocato in una posizione privilegiata, che acquistava potere di anno in anno. Fin da dai primi del 1200 si sviluppò una fortissima competizione con Firenze, che non vedeva di buon occhio l'espansione della vicina città.
Quando Semifonte cominciò ad ingrandirsi al punto da sfiorare le dimensioni del capoluogo toscano, le autorità cittadine si mobilitarono per impedirne l'ulteriore sviluppo e per persuadere la città a sottomettersi al potere fiorentino. Per tutta risposta, gli abitanti del castello, sicuri della loro giovane potenza, attaccarono su una delle porte di ingresso alla città un cartello provocatorio che recitava 'Florentia fatti in là che Semifonte si fa città'

Probabilmente, oltre alla rivalità per il predominio sul territorio, se ne aggiunse un'altra di matrice politica, dato il forte attaccamento della potente famiglia Alberti alla causa di Semifonte. Per Firenze l'avanzamento di questo neonato centro cominciava ad assumere i connotati di una vera e propria minaccia e, per questo motivo, i potenti fiorentini decisero di raderla al suolo mettendo fine ad ogni eventuale pericolo.
Le mura, le chiese , le abitazioni. Fu distrutto tutto e la popolazione massacrata.

Di Semifonte non rimase che il ricordo. Per i tre secoli successivi un editto impose il divieto assoluto di costruire sul territorio appartenuto alla città sepolta. Le colline gonfie di macerie dovevano rimanere disabitate e brulle.
Solo alla fine del Cinquecento, Giovan Battista Capponi, canonico della cattedrale di Santa Maria del Fiore, chiese ed ottenne che sulla collina di Semifonte venisse costruito un piccolo tempio, una cappella che riproduceva fedelmente, ma in scala ridotta, la cupola del Brunelleschi . La costruzione, edificata a partire dal 1591 grazie all'opera di Santi di Tito è una deliziosa cappella ottagonale dedicata a San Michele Arcangelo, lo stesso santo a cui erano devoti gli abitanti di Semifonte.


Il mito del castello, distrutto perché voleva diventare città, per superare il comune fiorentino è stato tramandato nella coscienza popolare fino ad arrivare alle generazioni degli ultimi secoli.



Nell'aprile del 2007, con la collaborazione del "Gruppo Astrofili il Borghetto", è stato riprodotto lo storico esperimento ideato nel 1851 da Faoucault per dimostrare la rotazione terrestre.L'esperimento utilizza un pendolo per dimostrare che la Terra ruota su se stessa. Infatti, poiché una volta messo in oscillazione, un corpo oscilla sempre nello stesso piano, il piano di oscillazione di un pendolo rimane invariato nello spazio: se la Terra fosse ferma il pendolo dovrebbe muoversi sempre sulla stessa linea, mentre invece il suo piano di oscillazione varia nel tempo.




Nell'esperimento ideato da Foucault, fu costruito un pendolo costituito da un filo lungo circa 70 metri, al quale era sospesa una sfera di ferro pesante 30 chili con applicata un'asticella che sfiorava il terreno cosparso di sabbia. Il pendolo venne fissato con un perno girevole alla cupola del Pantheon di Parigi. Dai segni lasciati sulla sabbia si vide che il suolo ruotava rispetto al piano in cui oscillava il pendolo. Le righe descritte dall'asticella cambiavano lentamente direzione e dopo 24 ore coincidevano nuovamente con l'oscillazione di partenza.





martedì 7 febbraio 2012

San Michele arcangelo

Michele è un arcangelo. Gerarchicamente superiore all'angelo. Michele vuol dire "chi è come Dio". Non solo è uno dei capi delle gerarchie creative ed è unito con la mente divina, ma è anche colui che ha difeso la fede di Dio contro le orde di Satana. Ha infatti sconfitto il suo compagno Satana quando questi si ribellò al Creatore. 
Spesso Michele Arcangelo viene rappresentato nell'atto di uccidere il
drago /Lucifero.
A Tavarnelle val di Pesa esiste un complesso monastico a Badia a Passignano 
dedicato a san Michele Arcangelo.
La sommità della chiesa abbaziale è sormontata da questa statua raffigurante appunto San Michele  risalente al XII secolo copia dell'originale, conservata all'interno del monastero.
L'arcangelo è qui rappresentato con ai piedi il drago sconfitto, in mano la lancia che lo ha trafitto sormontata dalla croce e, nell'altra mano, il globo terrestre che è stato salvato dal potere del male di Satana.
L'iconografia di Michele è molto diversificata anche geograficamente perchè è un santo molto venerato sia in occidente che in oriente. 
Anche John Travolta ha interpretato l'arcangelo in un film del 1996 di Nora Ephron, Michael




Qui Travolta interpreta  Michael un angelo un po' malinconico e molto umano. 

domenica 29 gennaio 2012

Una marmellata di KUMQUAT

Nel giardino della mia casa in Chianti ho c'è una bellissima pianta di Kumquat.
Il Kumquat ovale proviene dalla cina meridionale.
Forma piccole piante cespugliose e compatte, con rami un po' spinosi. Le foglie sono verde lucido più scure sopra più chiare sotto.
I fiori che compaiono soprattutto in estate sono singoli o riuniti in piccole infiorescenze. I frutti sono piccoli, ovali e con la buccia liscia e  arancione ricca di olii essenziali. La polpa è acidula (secondo me è la parte più buona). Si mangiano interi.
L'esploratore britannico  Robert Fortune era un "cacciatore di piante" mandato in Asia a metà ottocento dagli inglesi per esportare le piante da te'. 
Egli introdusse in Europa anche la pianta di Kumquat che in realtà si chiama Fortunella e appartine alla famiglia delle Rutaceae come gli agrumi in genere.
Gli agrumi nella mitologia greca furono portati da Giunone a Giove quando divenne sua sposa   gli portò come dote alcuni alberelli che producevano dei meravigliosi pomi d’oro, arance e limoni, simboli d’amore e  fecondità, un simbolismo tuttora vigente, vista l’usanza di scegliere proprio i fiori di zagara per i bouquet nuziali. Giove, dovette considerare tanto caro e prezioso quel dono che li custodì gelosamente in uno stupendo  giardino sito in una parte remota del mondo allora conosciuto, alle pendici del Monte Atlante, incaricando come custodi le mitiche ninfe Esperidi, avvenenti fanciulle dal canto dolcissimo che venivano coadiuvate in questa delicata incombenza dal drago Ladone.
Purtroppo per Giove, tali accorgimenti si dimostrarono insufficienti; i preziosi alberi furono infatti sottratti da Ercole, nella sua undicesima fatica, dopo aver combattuto un’estenuante lotta in cui ebbe la peggio il terribile Ladone.




             Pieter Paul Rubens Ercole nel giardino delle Esperidi (1638 circa)
                   Torino Galleria Sabauda


Da allora, gli agrumi divennero appannaggio pure dei comuni mortali. 
E come comune mortale oggi mi sono divertita a prepare la marmellata con i meravigliosi frutti della Fortunella 

lunedì 23 gennaio 2012

Tra Dante e fantasmi

Partendo dalle case vacanze Poderi in chianti si possono intraprendere interessanti e divertenti itinerari, poco conosciuti e poco frequentati.
Vorrei farvi conoscere il "Ponte della Pia"


E' un ponte di origini romane ma ricostruito nel medioevo che sorge lungo la strada statale 73 Senese Aretina poco dopo l'abitato di Rosia nel comune di Sovicille subito prima del Castello di Montarrenti .
Il ponte costituito ad un'unica arcata e la cui struttura attuale risale ai primi anni del XIII, collega le due rive del torrente Rosia ed in passato ha svolto un ruolo importante lungo il percorso della via Massetana che  collegava Siena alla Maremma ed in particolare alle Colline Metallifere e Massa Marittima.
La storia è questa: Siena XIII secolo la giovane e bellissima nobildonna Pia, sola a Siena  dopo la partenza in guerra di suo marito, viene insidiata da Ghino, il miglior amico di suo marito Nello, a cui è stata affidata la sorveglianza di Pia. Pia fedele e autenticamente innamorata di Nello respinge con sdegno le profferte di Ghino .
Offeso e rifiutato questi si vendica con perfidia e malvagità insinuando il seme del sospetto in Nello. Ghino, infatti, mostra a Nello, tornato a casa,  Pia abbracciata ad un uomo nel giardino della sua casa che però è il fratello anch'esso tornato dalla battaglia. A questo punto, diventato lo zimbello di Ghino, Nello accecato dalla gelosia rinchiude Pia in un  suo castello in Maremma.
Li' Pia termina i suoi giorni uccisa dal marito o dalla malaria. Dante la incontra nel V Canto del Purgatorio e le fa pronunciare queste parole:
                                       "Deh, quando tu sarai tornato al mondo 
                                        e riposato della lunga via"
                                        seguitò il terzo spirito al secondo:
                                        "ricordati di me che son la Pia;
                                         Siena mi fe' disfecimi Maremma
                                         salsi colui che 'nnalellata pria
                                         disposando m'avea con la sua gemma.
Leggenda narra che nelle notti di luna il fantasma di Pia si affacci triste dal ponte.
La cantante Gianna Nannini ha interpretato in modo struggente la vicenda.


                                                    
     Altra tappa da non perdere è la cistercense Abbazia di San Galgano un gioello di arte romanica che ha per pavimento un prato e per soffitto il cielo.
Il suggestivo sito dell'abbazia è servito come location per  girare film come Nostalghia di Andrej Tarkovskij(1983), e Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996)


Ancora un po' di atmosfera dantesca con la visita alle Colline metallifere situate nei pressi.
Già dai tempi degli etruschi le Colline Metallifere erano conosciute e sfruttate per i giacimenti minerari; l'attività estrattiva raggiunse il suo picco tra metà del XIX secolo e il secondo dopoguerra andando poi ad esaurirsi. Gli scorci che ha lasciato l'attività estrattiva sono però unici e fortemente suggestivi 


 Qui  la mappa dell'itinerario